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Immagine del redattoreDaniela Rossi Saviore

MusIL, la cultura del lavoro





Il lavoro è una sorta di religione per i bresciani e non è per caso che proprio qui ci sia il primo sistema di musei interamente dedicato all’argomento. La sede di Cedegolo, in particolare, è riservata alla produzione di energia idroelettrica ed è un caso unico di allestimento situato all’interno di una centrale dismessa. Aperto dal 2008, il MusIL è importante per comprendere la storia dell’elettricità e per la conoscenza dell’archeologia industriale e del patrimonio del territorio. Grazie a una collezione unica di documenti, è anche un centro qualificato per la ricerca da parte di università e industrie.

La Valle Camonica ha una lunga tradizione legata all’utilizzo dell’acqua per il movimento di macchine da lavoro, come mulini, magli, segherie. Poco distante, nel parco archeologico di Sellero, è raffigurata l’immagine di un fabbro che forgia un’arma, risalente all’Età del Ferro.

La centrale fu costruita nel 1910 dalla SEB - Società elettrica bresciana e fu in uso fino al 1962. Il progetto è di Eugenio Dabbeni, architetto e ingegnere, uno dei primi a usare il cemento armato nelle costruzioni. La struttura è una sorta di cattedrale dedicata al progresso e alla modernità e anche un interessante esempio di industrial design. Dopo la nazionalizzazione dell’energia nel 1962, l’impianto cessò la produzione, anche perché non era più efficiente per gli standard del tempo. Divenne un magazzino per il sistema idroelettrico della Valle Camonica.

All’interno, nella vecchia sala macchine, la riproduzione su vetro di una grande foto mostra l’interno della centrale in funzione. Un percorso polisensoriale riproduce il viaggio di una goccia secondo il ciclo dell’acqua, dall’atmosfera al mare, attraverso la Sala delle sfere, uno spazio suggestivo, ispirato a un dipinto del pittore olandese Hieronimus Bosch, che ricorda la creazione del mondo.

Nella Sala delle dighe, è possibile vedere video d’epoca, filmati documentari e testimonianze sui grandi lavori idroelettrici nel sistema dell’Adamello (Poglia e Pantano - Avio). Una storia epica, con riferimenti anche ai tragici episodi del crollo della diga del Gleno, che causò circa 500 morti, e del Vajont.

Un grande gruppo di produzione, composto da una turbina Francis, collegata all’alternatore dall’albero di trasmissione, mostra in che modo l’energia potenziale dell’acqua diventi energia cinetica e poi elettrica. Al termine del percorso, un traliccio, chiamato Albero dell’energia, conclude con la parte dedicata alla distribuzione attraverso i cavi.

Nei sotterranei e negli spazi luminosi sopraelevati delle torri, il MusIL ospita spesso mostre di artisti contemporanei e dedicate ad altri temi, come l’energia, l’ambiente, la storia. Una nuova sezione permanente sarà presto dedicata al lavoro dei minatori.

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MusIL - Museo dell'energia

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