Scopri Montisola, immersa nella natura del Lago d’Iseo. Arte sacra, rocche e castelli, un viaggio tra storia e sapori autentici, tra gatti, sardine e naecc
Montisola è fatta di silenzi e di ulivi che si arrampicano sulle colline. Niente spiagge affollate, niente frastuono. È un luogo dove il tempo scorre a un ritmo diverso, scandito dalle onde del lago e dal vento. Qui sei un viaggiatore che attraversa paesi, villaggi di pescatori, che incontra torri e rocche. Ascolta le storie che il lago rivela, con la tua guida turistica a Montisola.
1. San Michele Arcangelo, il custode dell’isola
Si nota da lontano, dal lago, immersa tra case di pescatori e dimore signorili: a Peschiera Maraglio, la chiesa parrocchiale è a pochi metri dal lungolago. All’esterno si presenta con una facciata austera. Entri e il silenzio ti accoglie, tra gli affreschi di Francesco Monti e le sculture barocche dei Fantoni e dei Boscaì, scuole locali di arte lignea. All’uscita, soffermati sul portale d'ingresso: sopra c’è un’iscrizione enigmatica, perché non menziona il santo a cui la chiesa è dedicata.
2. I sapori del lago
Il pesce non è solo cibo, è memoria, una storia che si tramanda da generazioni. Le sardine, i cavedani e i persici, essiccati al sole e conservati sott'olio, esprimono il risultato delle tecniche di conservazione tradizionali, con sapori forti e genuini. Non perderti la tinca ripiena al forno, un piatto povero ma gustoso, e la delicatezza del coregone, importato dai laghi svizzeri nell'Ottocento. In ogni piatto, le mani che lavorano e una cultura che si rinnova.
3. Il naett, l’anima del legno
Al Cantiere Nautico Archetti, a Peschiera Maraglio, si costruiscono ancora con tecniche artigianali i naecc, le barche da pesca tipiche del Lago d'Iseo. Un tempo a vela, oggi a motore, queste imbarcazioni sono un simbolo della maestria degli abitanti di Montisola. La loro nascita è una leggenda, che la vostra guida vi racconterà. Il naett non è solo un mezzo, è tradizione, legame con l’acqua. Salire a bordo significa accarezzare il lago.
4. Museo della Rete.
In località Porto di Siviano c’è il Museo della Rete, privato, situato nel retificio più antico dell’isola; raccoglie la storia di un'attività che ha reso famosa Montisola in tutto il mondo. In passato, per molti abitanti le reti erano il pane. Oggi si producono reti sportive e per l'arredamento; un tempo si usavano telai meccanici e fibre naturali, ora la tecnologia permette di realizzare manufatti che soddisfano le richieste contemporanee.
5. Siviano, cuore antico.
Strade strette, mura robuste, vicoli e passaggi voltati, in un’atmosfera tipicamente medievale. Cammini e il passato ti osserva a Siviano, capoluogo di Montisola. Una mole imponente scruta il lago: è Torre Martinengo, alta una ventina di metri, ricordo del passato feudale dell'isola. Visita anche la parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita, affiancata da un solenne campanile settecentesco.
6. Madonna della Ceriola, tra cielo e lago.
Sulla sommità dell’isola, il santuario attende chi vuole arrivare in alto. Raggiungilo a piedi, seguendo le santelle della Via Crucis, o con l'autobus, che arriva quasi fino alla cima. Il nome della chiesa, Madonna della Ceriola, deriverebbe dalla festività della Candelora; secondo altre versioni, dal legno di cerro, una specie di quercia di cui sarebbe fatto lo scranno su cui la Vergine si posa. Fuori, respira più che puoi l’incanto del panorama che si apre davanti ai tuoi occhi.
7. Rocca di Menzino, baluardo di pietra.
Torri circolari e mura massicce: di questo è fatta la Rocca Oldofredi Martinengo, ora proprietà privata. La sua struttura possente e la posizione strategica ti trasporteranno all'epoca dei cavalieri e delle battaglie, quando i soldati pattugliavano le mura nei pressi del ponte levatoio, fatto per proteggere il signore e la sua famiglia da eventuali invasori.
8. Carzano, un giardino nascosto.
Un villaggio che vive di colori, soprattutto durante la Festa di Santa Crus, che cade ogni cinque anni, in prossimità del 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce. Il prossimo appuntamento è per il 2025 e da anni - l’ultima edizione, quella del 2020, era saltata per la pandemia - le donne dell’isola, di tutte le età, stanno preparando i fiori di carta che decoreranno l’intero paese. Un lavoro paziente, come quello della natura che qui regna.
9. Il frantoio, memoria agricola.
Un vecchio frantoio vicino a una villa rinascimentale: l’edificio, dalla forma insolita, ricorda che il territorio, oltre alla pesca, ha anche una solida tradizione agricola. L’olio di Montisola è soave, con un’acidità bassissima: ideale per esaltare i sapori delicati del pesce e dei prodotti tipici. Qui l’olio era vita, alimento e lavoro.
10. Peschiera Maraglio, primo sguardo.
Case affacciate sull’acqua, legate dagli stretti vicoli, chiamati “tresandei”, che si intrecciano salendo dal lago verso il pendio. Il borgo di pescatori è diventato protagonista, nel 2016, dell’evento artistico “The floating piers”, i pontili galleggianti del progetto “Christo e Jean Claude”. In sole due settimane, il villaggio è stato visitato da più di un milione di persone, provenienti da tutto il mondo. Del resto, non è nuovo a momenti importanti: il Castello Oldofredi ospitò, alla fine del Quattrocento, la nobildonna veneziana Caterina Corner, regina di Cipro. L’antica dimora è stata trasformata in un residence e ristorante, con vista panoramica dal loggiato.
Montisola non si visita, si vive, passo dopo passo, lasciando che sia il lago a condurti. L’isola rimane, anche quando te ne vai.
ITINERARI COLLEGATI
Lovere, il borgo più romantico
Pisogne, Romanino e centro storico
Il centro storico di Iseo
La storia che hai appena letto nasce dalla mia esperienza come guida turistica e come giornalista. Scriverla ha richiesto ore di ricerche e di impegno. Se ti è piaciuta, se ti ho donato qualcosa, sostieni la mia attività: iscriviti al mio profilo Instagram, alla mia pagina facebook, vieni ogni tanto a trovarmi sul sito oppure chiamami per una visita guidata al 339.6672031. Grazie mille!
VEDI ANCHE
Comments