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L'inquietudine di una nobildonna



Quando si ama, si ha sempre qualcosa da dire. Pertanto la mia penna non si stanca mai”. A Lady Wortley Montague, nobildonna britannica vissuta tra il XVII e il XVIII secolo, Lovere ha dedicato il lungolago. Scrittrice e poetessa, a 16 anni, contro il volere del padre, sposa Edward Wortley Montague e fugge con lui. A lungo vivranno isolati in una villa di campagna. Segue il marito, ambasciatore a Istanbul, e pubblica Lettere dalla Turchia, uno dei primi e più importanti documenti di letteratura esotica. Amava vestirsi da orientale ed entrare nei bagni turchi e nei luoghi interdetti alle donne. Lodata da Voltaire, amata e poi detestata da Alexander Pope, forse perché rispose ridendo a una sua dichiarazione d’amore, conobbe anche Horace Walpole e altri intellettuali del tempo.

La sua vita fu caratterizzata da esperienze sentimentali estreme. Ebbe una relazione con un uomo d’affari francese, che tentò di estorcerle del denaro rivelando al marito la loro corrispondenza. Si separa di fatto e si trasferisce in Italia, dove conosce un ragazzo di 23 anni più giovane, Francesco Algarotti, ambiguo e irresistibile frequentatore di salotti, che inseguirà un po’ ovunque in Europa. Nei pressi di Gottolengo acquista un casale e incontra un conte bresciano, Ugolino Palazzi, che approfitterà della sua inquietudine e del suo patrimonio. Sarà il vescovo di Brescia, Angelo Maria Querini, suo amico, a indicarle Lovere per curare una fortissima febbre malarica.

Sul Sebino trascorre lunghi periodi, trovando beneficio per la propria salute. Partecipa alla vita culturale della cittadina di Lovere, frequenta il teatro e le migliori famiglie. Torna a Londra dopo 23 anni di assenza, nel 1761, dove muore l’anno successivo.

In una lettera inviata da Lovere alla figlia Bute il 24 luglio 1749 scrive: «Il luogo in cui mi trovo è il più romantico che abbia mai visto in vita mia», «la maggior parte delle case sorgono a minima distanza le une dalle altre, tutte arroccate sui fianchi delle colline», «il lago, lungo venticinque miglia e largo tre, è tutto quanto circondato da queste invalicabili montagne, i cui pendii, alla base, sono costellati di villaggi così fitti che non credo vi sia neppure un miglio di distanza tra uno e l’altro, aspetto che aggiunge ancora più fascino al profilo della costa». A Lovere «abbiamo il teatro dell’opera dove si tengono tre spettacoli la settimana. Vi sono andata ieri sera e mi sarei meravigliata per l’eleganza delle scene, la bellezza delle voci e la bravura degli attori se non mi fossi rammentata di essere in Italia. Diversi signori sono scesi nella buca dell’orchestra e si sono uniti al concerto, una libertà che suppongo sia concessa soltanto qui».

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Foto: Lovere, longolago dedicato a Lady Mary Wortley Montague


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