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Un santuario di cinquemila anni fa: i Massi di Cemmo


Due massi incisi in una conca verde d'erba, parte di un antichissimo santuario megalitico dell'Età del Rame. Il luogo è conosciuto come Massi di Cemmo, dal nome della frazione di Capo di Ponte in cui si trovano. Descritti fin dal 1909, quando Walter Laeng li notò come interessante testimonianza dell'arte preistorica europea, pochi anni dopo, nel 1914, furono menzionati nella guida del Touring Club. La tipologia dei segni incisi sui massi e sulle stele ritrovate nel sito, ora conservate nel MuPre - Museo della Preistoria, suggeriscono una pratica rituale connessa al culto degli antenati oppure a eroi mitologici.

IL SITO

I massi caddero dall'alto a causa di una frana, forse provocata da un terremoto, all'inizio dell'Olocene e furono incisi dai Camunni nel Calcolitico (III millennio a.C.). Si trovano in un piccolo bacino di origine glaciale, dove era presente uno stagno effimero.

GLI SCAVI

La campagna sistematica è iniziata nel 1995, durante la costruzione della nuova strada per Pescarzo. I rilievi evidenziarono un sito complesso, con tracce di presenza umana dal Mesolitico in poi, con frammenti di ceramica neolitica. Intorno ai due massi gli archeologi hanno ritrovato 19 stele incise, in gran parte integre, trasferite al MuPre.

IL SANTUARIO

Eretto durante l'Età del Rame, il sito presenta le tracce di solchi d'aratro, forse appartenenti a un rituale di fondazione. Una cinta muraria fu costruita durante l'Età del Bronzo, quando alle incisioni precedenti vennero aggiunte alcune figure. In epoca romana o nella prima fase del Medioevo, le stele incise furono poste in una fossa e ricoperte. Lo spazio sacro si trasferì, con la cristianizzazione della Valle Camonica, nella vicina area dove ora si trova la Pieve di San Siro.

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