E' rimasta sepolta per secoli nel santuario a lei dedicato, nei pressi di un'ansa del fiume Oglio, davanti a una grotta naturale in cui sgorgava una sorgente. Nel 1986, poco distante dal ponte della Minerva, che i Brenesi continuavano a chiamare in questo modo da molto tempo, senza sapere perché, durante lavori di scavo una ruspa porta alla luce resti di mosaici; qualche anno dopo, nel 2000, ecco emergere dal passato anche la statua della dea.
IL SANTUARIO DI SPINERA
L'area è sacra almeno dal V a.C.: gli archeologi hanno documentato la presenza di roghi votivi e testimonianze del culto di una dea femminile indigena, legata alle acque. Il santuario romano risale all'inizio del I d.C., dopo la fondazione della Civitas Camunnorum, l'attuale Cividate Camuno, avvenuta in seguito alla conquista della Valle da parte delle truppe del proconsole Publio Silio Nerva nel 16 a.C.; fu poi ingrandito e ristrutturato in età Flavia (69 - 96 d.C.), frequentato fino al IV d.C. e distrutto da un incendio nel secolo successivo, quando la cristianizzazione della Valle Camonica era ormai affermata. Nel 1200 un'inondazione seppellì per secoli le rovine del tempio con fango e detriti.
Il santuario fu costruito secondo il canone del tempio italico, con una struttura centrale sopraelevata, a cui si accede per mezzo di ampie gradinate, e due ali laterali che formano un cortile, con stanze che ospitavano vasche e fontane. La statua di Minerva si trovava in una nicchia della parete di fondo dell'aula centrale, affrescata e con pavimento a mosaico a motivi geometrici realizzato con tessere bianche e nere.
LA STATUA DI MINERVA
L'originale è conservato nel Museo archeologico nazionale di Cividate Camuno (ingresso gratuito). E' una copia romana di età augustea, in marmo greco pentelico, cavato dal monte omonimo nei pressi di Atene, di un modello originale greco del V a.C., raffigurante l'Athena Hygeia scolpita da Pyrros, allievo di Fidia, menzionato quale autore dell'opera da Plinio il Vecchio. La Minerva di Cividate è una delle tre uniche copie al mondo, con l’Athena della collezione inglese Hope e l’Athena Farnese del Museo di Napoli. La statua è priva della testa, delle braccia e di alcune parti inferiori, appoggiata sulla gamba destra, il braccio destro che porge la patera, il piattino su cui ricevere le offerte; con la mano sinistra regge una lancia.
L'EGIDA DI ATENA
Sul petto spicca la testa della Gorgone, staccata dal busto del mostro da Perseo grazie allo specchio donato proprio da Atena. Il gorgoneion è al centro di un'egida a grandi scaglie, regalatale dal padre e realizzata con la pelle della capra Amaltea, nutrice di Zeus, circondata da piccoli serpenti. Con il termine "egida" si definisce sia lo scudo che la dea usava per terrorizzare i nemici, sia la corazza. Sull'elmo attico, utilizzato dagli scultori in epoca romana per conferire un senso di solennità arcaica, svetta una sfinge alata, con un maestoso cimiero (lophos) lungo fino alle spalle e paragnatidi ad alette laterali, che incorniciano il volto. Il corpo della dea è avvolto dal panneggio sontuoso del chitone, una tunica leggera chiusa in vita con una cintura, lo zoster, e del mantello, allacciato alla spalla sinistra, di cui non conosciamo con precisione le dimensioni, per cui potrebbe essere un hymation se lungo e pesante e non fissato con una fibula, o forse una clamide, più corta e leggera; il mantello era simbolo del comando militare.
LA DEA DELLA STRATEGIA
Minerva è una delle divinità più affascinanti e misteriose, un archetipo che si ripresenta nelle religioni del mondo occidentale con caratteristiche che persistono e tratti locali. Dea della sapienza, protettrice delle arti, simbolo dell'arte della guerra intesa non come violenza bellica ma come strategia militare, resta impossibile da definire: il simbolismo a essa legato è infinito.
Se abbiamo abbattuto le loro statue / se li abbiamo scacciati dai loro templi / non per questo gli dèi sono morti. (Costantino Kavafis, Ionica, 125)
ITINERARI E VISITE GUIDATE
Museo e area archeologica di Cividate Camuno