In questo podcast: il commercio delle pietre durante la Preistoria, al tempo di Roma antica, nell’Ottocento e ai nostri giorni; l’uso della pietra di Botticino (BS) in alcuni dei monumenti più conosciuti al mondo; la scultura nelle parole di Michelangelo, Antonio Canova, Auguste Rodin, Thomas Mann e altri.
Che cosa hanno in comune l’Altare della Patria a Roma, la Casa Bianca a Washington, la Borsa di Vienna, Grand Central Terminal a New York, il Palazzo delle Nazioni a Ginevra, il Teatro alla Scala di Milano e il palazzo della Loggia a Brescia? Sono tutti monumenti costruiti con lo stesso materiale, la pregiata pietra di Botticino, che dalle cave situate tra Brescia e il Garda ha viaggiato in tutto il mondo per dare vita a monumenti e architetture.
Le pietre viaggiano, fin dalla Preistoria: nel Paleolitico, l’età della Pietra antica, i piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori nomadi percorrevano centinaia di chilometri per ottenere la selce, con cui costruivano strumenti molto efficienti, come coltelli, asce, punte di frecce o trapani. Un commercio che è cominciato almeno 35.000 anni fa. In tempi più vicini a noi, i Romani cavavano marmi e pietre di grande pregio in tutto il territorio dell’impero, per farne monumenti, statue, mosaici e decorazioni. I più noti sono il porfido rosso, proveniente dal deserto orientale egiziano; il giallo antico di Numidia; il pavonazzetto di Sinnada; il portasanta di Chio; il marmo di Caristo, dall’omonima isola dell’Egeo; l’africano di Teos.
LA PIETRA DI BOTTICINO
Dalla provincia di Brescia proviene una pietra calcarea di ottima qualità, conosciuta con il nome merceologico di “marmo di Botticino”, seconda solo al marmo di Carrara. Il Botticino si forma tra i 190 e i 60 milioni di anni fa, dalla sedimentazione di fanghi particolari detti “micrite”, in un mare lagunare del Mesozoico. È una roccia compatta con un 99% di carbonato di calcio, fra i calcari più puri, e possiede una struttura criptocristallina, non visibile a occhio nudo e nemmeno con il microscopio ottico. Il colore è di un bianco caldo, con toni avorio e venuzze d’ocra.
L’ECOMUSEO DEL BOTTICINO
Sono undici i comuni del Carso bresciano che fanno parte dell’Ecomuseo diffuso del Botticino, nato nel 2006 come “un progetto di valorizzazione dei luoghi della memoria della Cavazione, dell’Ambiente della Montagna Carsica Bresciana e dei Beni culturali degli 11 comuni che fan parte dell’ecomuseo, collegati fra loro in un ideale percorso museale”. Nel borgo di Botticino c’è un museo che illustra l’evoluzione del rapporto tra l’uomo e la pietra e si occupa anche di divulgazione e ricerca.
Ho visto un angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo [...] io intendo scultura, quella che si fa per forza di levare: quella che si fa per via di porre, è simile alla pittura: basta, che venendo l’una e l’altra da una medesima intelligenza, cioè scultura e pittura, si può far fare loro una buona pace insieme, e lasciar tante dispute; perché vi va più tempo, che a far le figure. (Michelangelo Buonarroti)
Auguste Rodin, rispondendo a chi chiedeva come facesse a creare le sue statue, rispondeva: ”Scelgo un blocco di marmo e tolgo tutto quello che non mi serve”. Anche gli scrittori si sono occupati di indagare l’arte della scultura: Thomas Mann rimarca il rapporto di competizione e ostilità, tra l’artista e il blocco di marmo; Honoré de Balzac dice che “La scultura è come l’arte drammatica, la più difficile e insieme la più facile di tutte le arti. Copiate un modello, e l’opera è compiuta; ma imprimervi un’anima, creare un tipo, nel rappresentare un uomo e una donna, è il peccato di Prometeo”. Per Arthur Bloch, “Scultura è quella roba in cui vai a sbattere in un museo quando fai due passi indietro per guardare meglio un quadro”.
Due cose dunque alterni il giovane: matita e scalpello. Questi sono gli strumenti che lo guidano all’immortalità. (Antonio Canova)
PIETRA DI BOTTICINO, LE OPERE
I Romani utilizzavano il Botticino per i monumenti dell’antica Brixia e dintorni. Dal XIX secolo, i grandi blocchi di pietra cominciano a viaggiare e a essere molto apprezzati anche oltreoceano. Tra le grandi opere fatte con questo materiale, ci sono:
Roma, Altare della Patria
Il monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, progettato dall’architetto Giuseppe Sacconi, cominciato nel 1885 e finito nel 1935, molto simile ai marmi utilizzati nei grandi monumenti di Roma antica.
Washington, the White House
La Casa Bianca, residenza del presidente degli Stati Uniti, è vasta al punto che Thomas Jefferson la definì “grande abbastanza per due imperatori”, dopo l’incendio del 1814 che richiese un massiccio lavoro di ripristino.
New York, Grand Central Terminal
Costruita fra il 1903 e il 1913, su progetto di Warren e Wetmore, la stazione più importante della metropoli è in stile neoclassico; le sculture dell’orologio in facciata raffigurano Mercurio, Ercole e Minerva; gli interni sono rivestiti di Botticino, tra cui la doppia scalinata che collega l’atrio principale con l’ingresso su Vanderbilt Avenue, lo zoccolo di rivestimento delle pareti interne dell’edificio, le biglietterie, l’ufficio informazioni circolare nell’atrio principale e molti altri spazi; sempre a New York, il basamento della Statua della Libertà.
Singapore, Tanjong Paga railway station
Progetto del fiorentino fiorentino Raoul Bigazzi e statue dello scultore livornese Angiolo Vannetti che rappresentano le divinità del nostro tempo: il Commercio, l’Agricoltura, l’Industria e i Trasporti.
E ancora:
la Casa Bianca a Washington
la Borsa di Vienna
il Palazzo delle Nazioni e la sede dell’Organizzazione mondiale della Sanità a Ginevra
a Milano, il Teatro alla Scala, la Stazione centrale, il Palazzo di Giustizia, l’Ospedale Maggiore Niguarda
il Museo oceanografico di Montecarlo, nel Principato di Monaco
Palazzo di Giustizia a Roma
il Monumento al generale Miguel Gomez a L’Avana, Cuba
il Palazzo del Sultano in Jedda Arabia Saudita
A Brescia, per approfondire l’uso del Botticino, sono da vedere:
il palazzo della Loggia e la piazza rinascimentale
i resti romani del Capitolium
la novecentesca piazza Vittoria
l’ingresso e la cinta del cimitero vantiniano, primo cimitero monumentale d’Italia, oltre a numerose statue e cappelle
la Corte d’appello cittadina
il Museo di Santa Giulia, che conserva statue, fregi, decorazioni, bassorilievi e reperti archeologici dalla Preistoria all’età Veneta
infine, è esposta su un cilindro di Botticino classico anche la statua di bronzo della Vittoria Alata di Brescia, nel nuovo allestimento nel Capitolium.
Un viaggio che prosegue anche oggi, verso tutti i continenti, per i luoghi di culto contemporanei, che accanto agli edifici sacri includono anche banche e centri commerciali.
Comments